martedì 7 novembre 2017

Considerations on the seismotectonics and seismogenesis of the Tiberina-Gubbio Valley extensional system (central Italy)

Considerazioni sulla sismotettonica e sismogenesi del sistema estensionale della Val Tiberina-Gubbio. 


L’analisi relativa ai dati sismologici dei terremoti di bassa magnitudo, fornisce informazioni utili sul contesto sismotettonico e sismogenico, nonché sui processi sismici che generano le sequenze sismiche e i forti terremoti associati. Attraverso questo studio, sono stati analizzati i dati sismici relativi alla sequenza di terremoti del 1984 e alla sismicità del 2010-2015, per ottenere informazioni sulla storia degli eventi sismici e l’attività della strutture tettoniche associate, al fine di descrivere il modello sismotettonico e sismogenico della zona analizzata. La geometria della faglia Altotiberina è rappresentata da una superficie di scollamento di importanza regionale, soggetta a deformazioni per creep lungo il segmento più profondo, che determina l’evoluzione della sismicità dell’area. Deformazioni fragili con la possibilità di microsismicità e forti eventi, sono possibili lungo i segmenti più superficiali. La faglia di Gubbio è antitetica alla precedente e caratterizzata da deformazioni fragili con la possibilità di forti eventi. A causa del roll-back del piano di subduzione, si instaura un regime estensivo, con la riattivazione delle due faglie precedenti che delimitano un “cuneo”. Sottoposto alla forza di gravità, il cuneo collassa creando un “gravimoto”. Viene infine proposto un modello sismogenico evolutivo dell’area della Val Tiberina-Gubbio. Riteniamo possibile che il modello dei “gravimoti” possa essere adottato per descrivere la sismotettonica e sismogenesi di altre aree degli Appennini.

di: Paolo Balocchi & Giulio Riga
Pubblicato in: Atti Soc. Nat. Mat. di Modena, vol. 148 (2017), pp. 64-82.

The 2012 Emilia earthquake stress transfer from the MW 5.8 seismogenic source of May 20th to the MW 5.6 seismic event of May 29th (northern Italy)

Trasferimento di stress del terremoto dell’Emilia del 2012 dalla sorgente sismogenica di MW 5,8 del 20 maggio all’evento di MW 5,6 del 29 maggio. 


La sequenza sismica dell’Emilia del 2012 è stata caratterizzata da due principali eventi compressivi, accaduti il 20 maggio e 29 maggio, rispettivamente di MW 5,8 e MW 5,6. L’attività sismica è da attribuirsi alle strutture a pieghe e thrust con vergenza settentrionale denominate Pieghe ferraresi-romagnole. Questo studio mostra come la variazione dello stress del terremoto del 20 maggio abbia potuto interagire con le faglie adiacenti. Lo studio evidenzia un aumento della variazione dello stress di Coulomb alla base del thrust esterno di Ferrara e nel settore più superficiale del thrust di Carpi-Poggio Renatico. Il modello di trasferimento dello stress mostra un incremento di 1-2 bar lungo alcuni segmenti della faglia esterna di Ferrara, e un lieve aumento inferiore a 1 bar lungo altri segmenti di faglia e un decremento lungo altri segmenti del thrust di Carpi-Poggio Renatico. La variazione dello stress di Coulomb (componente di taglio e normale) e il modello di trasferimento non mostrano un aumento o una diminuzione lungo il thrust di Mirandola (un segmento della faglia Carpi-Poggio Renatico). Riteniamo pertanto plausibile che il trasferimento dello stress dal terremoto di MW 5,8 del 20 maggio abbia prima aumentato la variazione dello stress lungo il thrust Carpi-Poggio Renatico, con un aumento delle sue repliche e loro migrazione verso ovest e, successivamente, l’innesco del terremoto di MW 5,6 del 29 maggio.


di: Paolo Balocchi & Giulio Riga
Pubblicato in: Atti Soc. Nat. Mat. di Modena, vol. 148 (2017), pp. 49-63.