martedì 11 marzo 2014

Bollettino sismico 2013

Giulio Riga(1), Paolo Balocchi(2)




Riassunto: il Bollettino sismico vuole raccogliere le informazioni relative all'attività sismica nazionale per l'anno 2013, individuando anche quelle aree del territorio che sono state più soggette a terremoti. Infatti ad un'analisi della sismicità a scala nazionale, è stata aggiunta l'analisi della sismicità in 12 sequenze. Tali sequenze sono state individuate sulla base del numero di eventi rilevati nel periodo dell'anno 2013 e sulle caratteristiche sismotettoniche. I dati ricavati dal database ISIDe, sono stati analizzati con due approcci differenti. Il primo riguarda lo studio statistico con cui è stato possibile rappresentare la variazione della sismicità dell'area interessata mediante grafici. Il secondo, di carattere previsionale è basato sulla struttura delle “bombe sismiche” che solitamente precedono gli eventi sismici più energetici. Attraverso la descrizione della distribuzione dei sismi alla scala nazionale, è possibile definire un maggiore grado di pericolosità sismica per le regioni meridionali, rispetto a quelle settentrionali.


1) Geologo e Ricercatore del GeoResearch Center Italy – GeoBlog (sito internet: www.georcit.blogspot.com; mail: giulio.riga@tin.it);
2) Geologo e Ricercatore del GeoResearch Center Italy – GeoBlog;

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GeoResearch Center Italy - GeoBlog, pub. n° 2 (2014), ISSN: 2240-7847.


Introduzione
Lo studio delle sequenze sismiche è di rilevante interesse ai fini di prevedere le loro possibili evoluzioni sismologiche e sismogenetiche. La conoscenza della distribuzione dei sismi, delle strutture sismogentiche e le azioni modificatrici naturali (carichi tettonici)  ed antropici (impianti geotermali, estrazione di idrocarburi, dighe, ecc) presenti nelle aree indagate sono fondamentali, perché influenzano direttamente gli sviluppi delle sequenze a livello locale e regionale.
Al fine di  una corretta analisi è necessario avere dati sismici in serie sufficientemente lunghe, con una copertura temporale di almeno trent’anni. Periodi più lunghi con molti eventi, incidono considerevolmente sulla morfologia della sequenza sismica e sui  parametri da utilizzate nell’analisi sia di lungo sia di breve periodo.

I dati sismologici utilizzati sono quelli ricavati dal catalogo ISIDe, aggiornati al periodo dell'anno 2013 (INGV, 2013). Sono stati analizzati attraverso due distinti approcci: il primo, di carattere statistico, ha permesso di generare grafici rappresentanti la variazione della sismicità nel corso dell’anno considerato; l’altro, di carattere previsionale, basato sulla struttura delle bombe sismiche (Riga, 2013) che di solito precedono gli eventi sismici più energetici. I risultati ottenuti sono stati rappresentati attraverso i seguenti grafici:
  • Sequenza sismica (valori della magnitudo-numero progressivo di eventi);
  • Profondità ipocentrale (profondità-longitudine);
  • Numero di eventi (scala temporale annuale,mensile);
  • Cumulata del numero di terremoti (scala temporale mensile);
  • Distanza fra gli epicentri (distanza-numero progressivo di eventi).

Alcune aree sismiche analizzate sono parzialmente  incluse in aree di dimensione maggiore (Pianura-Padana, Emilia e Garfagnana-Lunigiana a nord,  Frusinate e Beneventano, Calabria-Pollino-Sila a sud).

Figura 1: Ubicazione delle sequenze sismiche
(mappa da: INAVCO). Sequenze sismiche:
1) Friuli; 2) Pianura-Padana; 3) Emilia;
4) Garfagnana-Lunigiana; 5) Gubbio-Adriatico
centro settentrionale; 6) Frusinate-L’Aquila;
7) Beneventano; 8) Irpinia; 9) Pollino; 10) Sila;
11) Calabria; 12) Calabria meridionale-Sicilia
sud orientale.
Viene analizzata da prima, la sismicità dell'Italia su scala nazionale e successivamente  vengono prese in considerazione 12 sequenze sismiche che nel 2013 hanno interessato il nostro territorio. La scelta delle sequenze a scala locale è stata fatta sulla base del numero di eventi sismici rilevato nel periodo di interesse e sulle  caratteristiche sismotettoniche (fig. 1).
Le sequenze individuate e analizzate sono le seguenti:
  1. Friuli;
  2. Pianura Padana;
  3. Emilia;
  4. Gafagnana-Lunigiana;
  5. Gubbio-Adriatico centro settentrionale;
  6. Frusinate-LAquila;
  7. Beneventano;
  8. Irpinia;
  9. Pollino;
  10. Sila;
  11. Calabria;
  12. Calabria meridionale-Sicilia sud orientale.


Sequenza sismica dell'Italia
Data la complessità e l’eterogeneità del territorio italiano, la distribuzione degli eventi sismici registrati nel 2013 è quanto mai varia, anche se in base alle caratteristiche sismologiche è possibile individuare alcune zone: Garfagnana-Lunigiana, Gubbio, Benevento.

Figura 2: Sequenza sismica dell’Italia: analisi della
sismicità alla scala nazionale (dati: INGV, 2013).
Analisi della sequenza sismica: considerando il territorio alla scala nazionale, la distribuzione temporale dei valori della magnitudo (fig. 2) mostra quattro fasi di rilascio di energia di breve periodo, caratterizzate da eventi sismici di media magnitudo.
La scossa più forte di Ml 5,2 accaduta il 21 Giugno nella zona della Garfagnana, è stata  preceduta da una boma sismica composta di tre step evolutivi e da un foreshock di Ml 4,2.
Nella parte finale della sequenza dei valori di magnitudo è presente una bomba sismica più evoluta che nel mese di Dicembre che ha  prodotto un primo foreshock di Ml 4,9 nella zona del Beneventano il 29 Dicembre seguito da un aumento del tasso di sismicità.
Il grafico degli eventi mensili con M≥3,0 mostra fluttuazioni nel primo semestre e nel mese di Dicembre durante i quali sono stati raggiunti valori più elevati.
L'aumento del numero di eventi, più marcato nei mesi di Giugno e Dicembre, è dovuto all’accadimento delle scosse di terremoto della Garfagnana-Lunigiana e del Beneventano.
Lo stesso andamento si nota anche nei grafici della cumulata degli eventi sismici e della distanza. Quest’ultimo derivante dalla somma delle singole distanze tra gli epicentri, indica una focalizzazione dopo l’evento del 21 Giugno (terremoto della Garfagnana-Lunigiana) e prima della scossa di terremoto del 29 Dicembre (terremoto del Beneventano).
Figura 3: Grafico del numero annuo dei terremoti
su scala nazionale (dati: INGV, 2013).
Il grafico del numero annuo dei terremoti con M4,0 (fig. 3), mostra un trend in aumento ed un  primo picco nel 2009  connesso  con la scossa di terremoto a LAquila.
Il tasso di sismicità ha raggiunto un livello massimo nel 2012  in coincidenza con gli eventi sismici del 20 e 29 Maggio 2012 dell’Emilia, per poi diminuire del 46% nel 2013 ancora influenzato in parte dalla fase di assestamento seguita alle due scosse.
La sezione longitudinale (fig. 2) mostra uno strato sismogenetico che si estende fino alla profondità di circa 30-40 km. Gli eventi sismici che si estendono fino alla profondità di 350 km circa, sono legati al contesto tettonico della penisola Italiana dove la microplacca Adria scende al di sotto della placca Europa, formando un piano di subduzione (Boccaletti e al., 1985; 2005; Doglioni, 1991; 2007; Riguzzi e al., 2010; Balocchi, 2011; Balocchi e al., 2014).
La maggior parte degli ipocentri del volume sismogenetico sono localizzati alla profondità di 10 km circa, evidenziando una superficie efficacie di importanza regionale e comunque variabile localmente (Meletti e al., 2004; Stucchi e al., 2004; Balocchi, 2011).
Considerazioni: la fase di rilascio in atto non si è ancora completata. La chiusura potrebbe realizzarsi con un evento di Ml maggiore di 6,5, che rappresenta anche il target di chiusura della bomba sismica.
Considerato il probabile aumento di carico tettonico sulla penisola italiana dopo gli eventi sismici accaduti all’inizio del 2014 in Grecia, l’epicentro di questo evento può essere ipotizzato  in corrispondenza di una delle aree della regione italiana, come descritto da alcuni modelli sulla distribuzione spazio-temporale della sismicità  periadriatica (Mantovani, 1991; Mantovani e al., 2010).

Sequenza sismica del Friuli
Figura 4: Grafici della sequenza sismica del Friuli
(dati: INGV, 2013).
Analisi della sequenza sismica: il 2013 (fig. 4) è stato caratterizzato da valori di magnitudo decrescenti associati alla fase di assestamento, seguita allevento del 12 Febbraio di Ml 3,8, preceduto da un foreshock di bassa magnitudo, da una microstruttura negativa e da una focalizzazione degli epicentri. Sulla sequenza sismica si nota un secondo evento di Ml 3,6  accaduto il 24 agosto ed appartenente ad un ciclo di rilascio di energia di breve periodo.
L’andamento della sequenza è abbastanza regolare, come mostrato dalla curva degli eventi cumulati. Nel mese di Febbraio si ha un picco con 22 terremoti e la successiva decrescita fino a Maggio e un progressivo aumento che termina nel mese di Ottobre con 18 terremoti e la successiva decrescita fine al termine dell'anno.
La curva della distanza mostra una pendenza abbastanza regolare subito dopo il terremoto di Ml 3,8. Tale evento del 12 Febbraio è collocato tra la fase di rilascio energetico (diminuzione della pendenza della curva) e quella di accumulo (aumento della pendenza della curva). Il grafico evidenzia delle microfasi di rilascio e di accumulo energetico legato ad eventi sismici di Ml<3,5.
La sezione longitudinale evidenzia lo strato sismogenetico che si estende fino alla profondità di 12 km, con una superficie efficace individuabile alla profondità di 10 km circa.
Considerazioni: la sequenza sismica si trova in una fase di assestamento di breve periodo associata all’evento di Ml 3,8. Nella parte finale si nota una bomba sismica poco evoluta alla quale è associato l’evento di Ml 3,0 accaduto il 17 Dicembre.

Sequenza sismica della Pianura Padana
Figura 5: Grafici della sequenza sismica della
Pianura-Padana (dati: INGV, 2013).
Analisi della sequenza sismica: il grafico dei valori temporali della magnitudo mostra  un evento di Ml 5,2 accaduto il 21 Giugno nella zona della Garfagnana (fig. 5), seguito da una fase di assestamento caratterizzata da due aftershock di primo ordine di Ml 4,4. Nella finestra temporale relativa allultimo trimestre si nota una bomba sismica già completata e un primo foreshock di Ml 3,8.
E’ presente un aumento della sismicità a partire da Maggio come evidenziato dalla curva degli eventi cumulati e un picco di 1436 terremoti in Giugno. A partire da Settembre la sequenza mostra una ripresa più regolare dell’attività sismica.
La curva della distanza mostra una pendenza variabile, con fasi di rilascio energetico (diminuzione della pendenza della curva) e fasi di accumulo energetico (aumento della pendenza della curva). Il terremoto di Ml 5,2 del 21 Giugno è collocato in corrispondenza di un rilascio energetico che termina con l’evento di Ml 4,4 del 30 Giugno dove incomincia una nuova fase di accumulo energetico. Il grafico evidenzia delle microfasi di rilascio e di accumulo energetico legato ad eventi sismici di Ml<4.
La sezione longitudinale evidenzia lo strato sismogenetico entro i primi 10 km di profondità e che si estende anche fino ai 20-25 km con una sismicità localizzata in determinati punti. Alcuni eventi sparsi sono presenti nello strato sismogenetico sottostante, che si estende fino ai 60 km circa. In base alla maggiore concentrazione degli ipocentri, è possibile individuare una superficie efficace alla profondità di10 km.
Considerazioni: il target dinamico associato alla bomba sismica adesso è di Ml 5,3. La chiusura della fase di rilascio associata alla bomba sismica potrebbe realizzarsi con un evento di circa Ml 6,0.

Sequenza sismica dell'Emilia
Figura 6: Grafici della sequenza sismica dell’Emilia (dati: INGV, 2013).
Analisi della sequenza sismica: dopo le due scosse di terremoto accadute il 20 e 29 Maggio del 2012, la sequenza ha sviluppato una rapida fase di assestamento e, nel corso del 2013 (fig. 6) è entrata in una prima fase di rilascio di energia di breve periodo caratterizzata da un evento di Ml 3,8 accaduto il 4 Maggio del 2013 seguito nel mese di settembre da un aftershock di Ml 3,4. Levento di Ml 3,8 è stato preceduto da una bomba sismica incompleta di piccole dimensioni e da un  foreshock di Ml 3,0.
La sequenza sismica dell’Emilia (Balocchi, 2012a; Balocchi, Santagata, 2012) mostra una sismicità abbastanza regolare per l’anno 2013, come evidenziato dalla curva degli eventi cumulati. Il picco maggiore con 15 eventi si è registrato nel mese di Gennaio e successivamente la sismicità è andata diminuendo, con un ulteriore incremento nel mese di Maggio con 13 eventi, evidenziando una sostanziale decrescita della sismicità dell'area. Tale decremento nel numero di eventi trova una spiegazione se si considera l'anno 2013 come coda sismica della sequenza che ha inizio nel Maggio 2012 con il mainshock di Ml 5,9 (Balocchi, Santagata, 2012).
La curva della distanza mostra una pendenza variabile, con fasi di rilascio energetico (diminuzione della pendenza della curva) intervallate a fasi di accumulo energetico (aumento della pendenza della curva). Il terremoto di Ml 3,8 del 4 Maggio 2013 è preceduto da una fase di rilascio energetica e rappresenta l’inizio della fase successiva di accumulo. Il grafico evidenzia delle microfasi di rilascio e di accumulo energetico legato ad eventi sismici di Ml<3.
La sezione longitudinale mostra uno strato sismogenetico che si estende fino alla profondità di circa 10 km. Al di sotto del primo strato sismogenetico è presente uno strato con sismicità ridotta che si estende fino alla profondità di 30 km circa. Gli ipocentri evidenziano una netta concentrazione secondo due superfici efficaci principali poste alla profondità di 5 km e 10 km.
Considerazioni: la fase di rilascio di energia di breve periodo ha un primo livello sismico dinamico posto a circa Ml 4,3. Sopra questo livello è necessario seguire la sequenza con molta attenzione.

Sequenza sismica della Garfagnana - Lunigiana
Figura 7: Grafici della sequenza sismica della
Garfagnana-Lunigiana (dati: INGV, 2013).
Analisi della sequenza sismica: questa sequenza sismica (fig. 7), essendo inclusa in quella della pianura padana, presenta un andamento simile. Levento caratteristico del 2013 è quello di Ml 5,2 accaduto il 21 Giugno e preceduto da un foreshock di primo ordine di Ml 3,5. Allevento è seguita una fase di assestamento ormai quasi ultimata e caratterizzata da due aftershock di Ml 4,4. La velocità di sviluppo della fase di assestamento è stata abbastanza veloce nei due mesi successivi levento e lenta a partire dal mese di Settembre.
La sequenza sismica della Garfagnana – Lunigiana (Balocchi, Riga, 2013; Petrucci, Balocchi, 2013) evidenzia una ripresa a partire dal Giugno 2013 con un incremento della sismicità di 1401 eventi nel mese di Giugno. Infatti la curva degli eventi cumulati mostra un aumento della pendenza e una successiva fase di relativa stabilità sismica a partire da Agosto-Settembre.
La curva della distanza mostra diverse fasi di rilascio energetico con una diminuzione della pendenza della curva e successive fasi di ripresa energetica, con l’aumento della pendenza della curva. L’evento più interessante è quello di Ml 4,8 del 18 Gennaio che definisce l’inizio di una fase di rilascio energetico e la successiva fase di accumulo, che termina con l’evento di Ml 5,2 del 21 Giugno. Gli altri due eventi di Ml 4,4 del 26 Marzo e del 30 Giugno, si trovano in corrispondenza di fasi di intenso accumulo energetico seguito da fasi di rilascio energetico per l’effetto di terremoti di magnitudo inferiore. Il grafico evidenzia delle microfasi di rilascio e di accumulo energetico legato ad eventi sismici di Ml<4.
La sezione longitudinale mostra uno strato sismogenetico nei primi 20 km di profondità, ed un secondo strato sismogenetico con minore sismicità che si estende fino ai 60 km circa. Anche in questa sequenza è possibile individuare una superficie efficace alla profondità di 9-10 km.
Considerazioni: nella parte finale della sequenza sismica è presente una bomba sismica composta di 4 step alla quale è associato un evento più energetico e da un livello sismico di primo ordine posto a Ml 4,0 da monitorare nel corso del 2014.

Sequenza sismica di GubbioAdriatico centro settentrionale
Figura 8: Grafici della sequenza sismica di Gubbio-Adriatico
centro settentrionale (dati: INGV, 2013).
Analisi della sequenza sismica: la sequenza sismica dellarea di GubbioAdriatico centro settentrionale (Balocchi e al., 2014) ha mostrato unintensa attività durante lanno (fig. 8). Levento più forte di Ml 4,9 è accaduto il 21 Luglio e si colloca in una fase di rilascio di energia di medio periodo iniziata nel 2008 e tuttora attiva.
La scossa è stata preceduta da una focalizzazione degli epicentri e seguita da una veloce ed intensa fase di assestamento caratterizzata da un aftershock di Ml 4,4.
La sequenza mostra una sismicità abbastanza regolare per la durata dell’anno 2013, come evidenziato dalla curva degli eventi cumulati. Il trend della sismicità per l'anno 2013 è in crescita con tre picchi principali di 1200 eventi in Aprile, 1412 eventi in Luglio e 1510 eventi in Dicembre.
La curva della distanza mostra una pendenza regolare con una sola leggera fase di rilascio energetico (diminuzione delle pendenza della curva) e la successiva fase di accumulo energetico (aumento della pendenza della curva). I due terremoti di Ml 4,9 del 1/07/2013 e Ml 4,4 del 22/08/2013 si collocano all'interno della parte finale di una fase di accumulo.
La sezione longitudinale mostra uno strato sismogenetico di spessore variabile dai 10-15 km di profondità (Mirabella e al., 2007), fino ai 30 km. Un secondo strato più profondo con minore grado sismogenetico si estende fino alla profondità di 70 km circa. In base alla maggiore concentrazione degli ipocentri, è possibile individuare una superficie efficace alla profondità di 9-10 km.
Considerazioni: la sequenza sismica presenta una struttura simmetrica ed una bomba sismica in fase di completamento alla quale è associata una scossa inferiore a Ml 5,5. L’energia rilasciata nel corso dell’anno è stata pari ad un evento di circa Ml 5,1.

Sequenza sismica del Frusinate - L'Aquila
Figura 9: Grafici della sequenza sismica del Frusinate-L’Aquila
(dati: INGV, 2013).
Analisi della sequenza sismica: la prima parte della sequenza sismica è caratterizzata da un evento di Ml 4,8 al quale è seguita una fase di assestamento durata fino il mese di dicembre (fig. 9). Un secondo evento di Ml 4,9 è accaduto il 29 Dicembre preceduto da un foreshock di Ml 3,8 inserito nella parte terminale di una bomba sismica poco strutturata.
La sequenza mostra una sismicità abbastanza regolare per tutta la durata dell'anno, come evidenziato dalla curva degli eventi cumulati. Si evidenziano alcuni incrementi nel numero di eventi sismici mensile, dove quello più rilevante è nel Dicembre 2013 con 302 eventi.
La curva della distanza mostra una pendenza variabile, con fasi di rilascio energetico (diminuzione della pendenza della curva) intervallate a fasi di accumulo energetico (aumento della pendenza della curva). Il terremoto di Ml 4,9 del 29 Dicembre è in corrispondenza di una fase di rilascio energetico al cui interno è evidenziata una piccola fase di accumulo. Il grafico evidenzia delle microfasi di rilascio e di accumulo energetico legato ad eventi sismici di Ml<4.
La sezione longitudinale mostra uno strato sismogenetico che si estende fino alla profondità di circa 25-30 km. Al di sotto è presente uno strato meno sismogenetico che si estende fino alla profondità di 35 km circa. Dalla distribuzione ipocentrale è possibile individuare una superficie efficace alla profondità di 9 km.
Considerazioni: la posizione dell’evento accaduto il 29 Dicembre all’interno della struttura della sequenza sismica dell’ultimo periodo dell’anno, sembra confermare la fine della fase di rilascio di energia associata alla bomba sismica. E’ possibile nel corso del 2014 la formazione di una nuova bomba sismica più energetica con un primo evento di Ml compreso tra 3,5 e 4,2.

Sequenza sismica del Beneventano
Figura 10: Grafici della sequenza sismica del Beneventano
(dati: INGV, 2013).
Analisi della sequenza sismica: questa sequenza include parte dellarea interessata della sequenza del Frusinate. Levento principale è accaduto il 29 Dicembre di Ml 4,9 (fig. 10), preceduto da una focalizzazione degli epicentri, da un foreshock di Ml 3,8 associato ad una bomba sismica poco evoluta. La fase di assestamento seguita allevento di Ml 4,9 si è sviluppata rapidamente ed in assenza di anomalie sismiche.
La sequenza mostra una sismicità abbastanza regolare fino a Novembre 2013. A partire da Dicembre si registra un netto aumento della sismicità, come evidenziato dalla curva degli eventi cumulati. Il picco di 174 eventi mensili in Dicembre è in corrispondenza del terremoto di Ml 4,9 del 29 Dicembre nel Matese.
La curva della distanza mostra un primo tratto con pendenza abbastanza regolare e un secondo tratto con una netta diminuzione della pendenza in corrispondenza del terremoto di Ml 4,9 del 29 Dicembre, determinando l’inizio della fase di rilascio energetico (diminuzione della pendenza della curva) differente dalla fase precedente di accumulo energetico (aumento della pendenza della curva. Nella parte iniziale della curva sono presenti delle microfasi di rilascio e di accumulo energetico legato ad eventi sismici di Ml<4.
La sezione longitudinale mostra uno strato sismogenetico che si estende fino alla profondità di circa 30 km. Dalla distribuzione ipocentrale è possibile individuare una superficie efficace alla profondità di 10 km.
Considerazioni: dopo l’evento accaduto il 29 Dicembre è iniziata la formazione di una bomba sismica che occorre  seguire con attenzione nel corso del 2014 ed alla quale ora è associato un valore dinamico di circa Ml 6,2.

Sequenza sismica dell'Irpinia
Figura 11: Grafici della sequenza sismica dell’Irpinia (dati: INGV, 2013).
Analisi della sequenza sismica: la sequenza sismica nel corso del 2013 si è sviluppata lentamente secondo uno schema a cicli abbastanza regolari (fig. 11). La scossa più forte di Ml 3,3 è accaduta il 17 Settembre, alla quale è seguita una fase di assestamento caratterizzata nella parte finale da un secondo ciclo sismico non ancora completato.
La sequenza mostra una sismicità abbastanza regolare per l'intera durata dell'anno, con una leggera crescita nella parte finale che tende a stabilizzarsi nel mese di Dicembre, come evidenziato dalla curva degli eventi cumulati. Si evidenziano alcuni picchi nel numero di eventi sismici mensile, dove nella prima parte dell’anno si ha un progressivo aumento della sismicità fino a Settembre con 49 terremoti e la successiva diminuzione.
La curva della distanza mostra una pendenza abbastanza costante, con fasi di rilascio energetico (diminuzione della pendenza della curva) e fasi di accumulo energetico (aumento della pendenza della curva). I terremoti di Ml 2,9 del 6 Aprile e di Ml 3,3 del 17 Settembre si trovano in corrispondenza dell’inizio di fasi di rilascio di  energia. Il grafico evidenzia delle microfasi di rilascio e di accumulo energetico legato ad eventi sismici di Ml<2,9.
La sezione longitudinale mostra uno strato sismogenetico che si estende fino alla profondità di circa 25 km, con una superficie basale posta ad una profondità efficace di 10 km circa. Dalla distribuzione ipocentrale è possibile individuare una superficie efficace alla profondità di 10 km.
Considerazioni: questa sequenza sembra avviarsi verso una fase di rilascio di energia sostenuta da una bomba sismica in fase di completamento la cui evoluzione deve essere seguita con attenzione nel corso del 2014. La magnitudo dinamica di breve periodo associata alla struttura finale della sequenza sismica ora è poco inferiore a una Ml 4,0.

Sequenza sismica del Pollino
Figura 12: Grafici della sequenza sismica del Pollino (dati: INGV, 2013).
Analisi della sequenza sismicala sequenza sismica si è sviluppata durante il corso dellanno lentamente e con eventi di magnitudo non superiore di Ml 3,3 (fig. 12).
Nel primo semestre sono accadute due scosse di Ml 3,2, mentre nel secondo semestre un solo evento di Ml 3,3 ha chiuso il ciclo sismico più ampio dell’anno. L’evento si colloca nella parte finale di una fase di rilascio di energia associata ad una bomba sismica di breve periodo. La velocità della sequenza sismica è diminuita da mese di maggio fino alla fine dell’anno.
La sequenza sismica del Pollino (Balocchi, 2012b) mostra una sismicità abbastanza regolare per l’anno 2013, come evidenziato dalla curva degli eventi cumulati. Si evidenziano alcuni picchi nell'incremento del numero di eventi sismici mensile, dove quello più rilevante è nel Maggio 2013 con 126 terremoti con la successiva decrescita fino a Dicembre.
La curva della distanza mostra una pendenza abbastanza regolare, senza delle fasi nette di rilascio energetico (diminuzione della pendenza della curva) e fasi di accumulo energetico (aumento della pendenza della curva). L'aumento regolare della pendenza, nella parte iniziale della curva, sembra legata all'evento di Ml 3,2 del 17 Marzo che ha determinato un aumento regolare dell'energia della sequenza. Sono presenti delle microfasi di rilascio e di accumulo energetico legato ad eventi sismici di Ml<3,3.
La sezione longitudinale mostra uno strato sismogenetico che si estende fino alla profondità di circa 25 km. Sono presenti terremoti anche molto profondi, intorno ai 260 km circa, legato alla conformazione tettonica dell’arco Calabro-Peloritano (Balocchi, 2012b). Dalla distribuzione ipocentrale è possibile individuare una superficie efficace alla profondità di 10 km.
Considerazioni: dopo l’evento del 26 Ottobre 2012 di Ml 5,0, la sequenza sismica è entrata in una fase di assestamento incompleta caratterizzata da aftershock di Ml inferiore a 4,0. Alla fase di rilascio ora in atto è associato un evento di Ml 4,5 circa, necessario per completare la struttura della sequenza sismica.

Sequenza sismica della Sila
Figura 13: Grafici della sequenza sismica della Sila (dati: INGV, 2013).
Analisi della sequenza sismica: la sequenza sismica mostra una struttura poco movimentata composta di scosse di bassa magnitudo. Un primo evento di Ml 2,9 è accaduto alla fine del mese di gennaio, seguito a luglio, da un secondo evento più energetico di Ml 3,1 alla quale è seguita una veloce fase di assestamento ed una successiva di accumulo ancora in atto (fig. 13). Nella parte finale della sequenza è presente una microstruttura con implicazioni negative sul suo sviluppo futuro ed una bomba sismica non ancora completata.
La sequenza sismica della Sila mostra una sismicità abbastanza regolare per i primi mesi dell’anno, per poi incrementarsi a partire dall’Ottobre, come evidenziato dalla curva degli eventi cumulati. Nel mese di Novembre sono stati registrati 52 eventi. Successivamente a questo incremento della sismicità si evidenzia una fase di quiescenza.
La curva della distanza mostra una pendenza variabile, con fasi di rilascio energetico (diminuzione della pendenza della curva) intervallate da fasi di accumulo energetico (aumento della pendenza della curva). Il terremoto di Ml 3,1 del 07/07/2013 è in corrispondenza di una fase di rilascio energetico seguita da una fase di accumulo al cui interno si evidenziano fasi minori. Il grafico evidenzia delle microfasi di rilascio e di accumulo energetico legato ad eventi sismici di Ml<2,9, come la rottura netta della curva al termine della sequenza e il relativo rilascio energetico.
La sezione longitudinale mostra uno strato sismogenetico dai 5 ai 10 km di profondità . Al di sotto è presente uno strato con sismicità maggiormente distribuita che si estende fino ad una profondità di 30-35 km circa. Dalla distribuzione ipocentrale è possibile individuare una superficie efficace alla profondità di 10 km.
Considerazioni: la sequenza sismica nel mese di dicembre è stata meno attiva, ma la sua struttura è proiettata verso un target energetico elevato se non intervengono modifiche nel corso del 2014.
Occorre attendere il completamento della bomba sismica per avere informazioni più dettagliate sull’evoluzione della sequenza sismica e sul valore finale della magnitudo.

Sequenza sismica della Calabria
Figura 14: Grafici della sequenza sismica della Calabria (dati: INGV, 2013).
Analisi della sequenza sismica: durante il corso dellanno, la sequenza sismica si è sviluppata con eventi di magnitudo leggermente crescente, di cui lultimo, accaduto il 23 Dicembre di Ml 4,0 è legato ad una bomba sismica di breve periodo (fig. 14). Nella struttura della sequenza  sismica questo evento può essere classificato come un primo foreshock appartenente  ad un ciclo sismico di secondo ordine già completato.
La sequenza mostra una sismicità abbastanza regolare per l’anno 2013, come evidenziato dalla curva degli eventi cumulati. Si evidenziano un picco principale nell'incremento della sismicità mensile con 227 eventi in Luglio. Successivamente si ha una diminuzione nel numero di eventi.
La curva della distanza mostra una pendenza variabile, con piccole fasi di rilascio energetico (diminuzione della pendenza della curva) intervallate a piccole fasi di accumulo energetico (aumento della pendenza della curva), legate ad eventi sismici con Ml<4.
La sezione longitudinale mostra uno strato sismogenetico che si estende fino alla profondità di circa 10-15 km. Al di sotto è presente uno strato meno sismico, con una distribuzione abbastanza uniforme degli ipocentri, ed eventi sismici che si estendono fino alla di 300 km. La sismicità profonda è legata al contesto tettonico dell’arco Calabro-Peloritano (Balocchi, 2012b). Dalla distribuzione ipocentrale è possibile individuare una superficie efficace alla profondità di 10 km.
Considerazioni: nel 2014 è possibile un rafforzamento della sequenza sismica legato ad un nuovo ciclo di rilascio di energia caratterizzato da un primo evento di Ml 3,5 circa con estensione fino alla Ml 4,3.
Quest’ultimo valore rappresenta un limite sopra il quale la sequenza sismica potrebbe evolvere velocemente verso un evento di magnitudo elevata.

Sequenza sismica della CalabriaSicilia sud orientale
Figura 15: Grafici della sequenza sismica della Calabria meridionale-
Sicilia sud orientale (dati: INGV, 2013).
Analisi della sequenza sismica: il 2013 inizia con un primo evento di Ml 4,1, seguito da un aftershock di Ml 3,7 accaduto il 7 Marzo (fig. 15). La velocità della sequenza sismica è aumentata nel mese di Luglio con laccadimento di eventi con epicentri focalizzati poco prima della scossa di terremoto del 15 Agosto di Ml 4.1. La fase di assestamento seguita è stata caratterizzata da eventi di magnitudo leggermente crescente nel tempo e non superiore a Ml 3,0. La struttura è tipica di una fase di assestamento molto rapida nella prima parte di sviluppo e recupero dei valori di magnitudo nella fase successiva fino al valore compatibile con la struttura della sequenza sismica.
La sequenza mostra una sismicità regolare per la prima parte dell’anno e a partire dal mese di Agosto si è registrato un aumento nel numero di eventi, come evidenziato dalla curva degli eventi cumulati. Il picco di Agosto evidenzia 278 terremoti in corrispondenza dell’evento di Ml 4,1 del 15 Agosto.
La curva della distanza mostra una pendenza variabile, con fasi di rilascio energetico (diminuzione della pendenza della curva) intervallate da fasi di accumulo energetico (aumento della pendenza della curva). La sequenza incomincia con una fase di rilascio energetico con il terremoto di ML 4,1 del 4 Gennaio e probabilmente termina con la successiva fase di accumulo in corrispondenza dell'evento di Ml 3,7 del 7 Marzo. Il terremoto di Ml 4,1 del 15 Agosto è in corrispondenza alla fase di rilascio energetico seguita da una fase di accumulo energetico con eventi sismici di magnitudo inferiore. Il grafico evidenzia delle microfasi di rilascio e di accumulo energetico legato ad eventi sismici di Ml<4.
La sezione longitudinale mostra uno strato sismogenetico che si estende fino alla profondità di circa 25 km. Al di sotto è presente uno strato meno sismico che evidenzia una distribuzione degli ipocentri maggiormente concentrata alla profondità di 125 km e alcuni con profondità maggiore. La sismicità profonda è legata al contesto tettonico dell’arco Calabro-Peloritano. Sono presenti terremoti profondi con ipocentro ai 200 km circa. Dalla distribuzione ipocentrale è possibile individuare una “superficie efficace” alla profondità di 10 km.
Considerazioni: dal mese di agosto è in atto una fase di assestamento con accumulo di energia poco movimentata nei valori della magnitudo. Si nota la formazione di una bomba sismica ancora al primo step alla quale ora sono associati eventi di magnitudo inferiori a Ml 4,2 con estensione fino alla Ml 5,2.

Conclusioni
Considerando la distribuzione delle 12 sequenze sismiche e del numero di terremoti, si vede come la sismicità sul territorio nazionale sia concentrata maggiormente nella parte meridionale della penisola. Questa caratteristica sismologica porta alla conclusione che le strutture sismogenetiche dell'area meridionale siano maggiormente soggette alla riattivazione per l’aumento delle forze tettoniche su di esse, e pertanto più propense a generare terremoti. Le cause sono da ricercarsi nella storia tettonica della penisola italiana, che ha portato alla formazione di un piano di subduzione della Placca Adria che immerge verso ovest al di sotto della Placca Europa (Doglioni, 1991; Boccaletti e al., 1985; Balocchi, 2011; Balocchi e al., 2014).
In base alla distribuzione delle sequenza sismiche, è possibile definire un maggiore grado di “pericolosità sismica” (in termini probabilistici secondo la definizione riportata in: Panizza, 1988) per le aree meridionali rispetto a quelle settentrionali, probabilmente anche dovuto alla ripercussione dei terremoti lungo il fronte Greco-Montenegro-Albanese (Mantovani, 1991; Mantovani e al., 2010).
Le analisi eseguite sulle bombe sismiche presenti nelle sequenze dell’Italia meridionale, permettono di ipotizzare nel breve-medio periodo, l’attivazione di una fase di rilascio di energia probabilmente caratterizzata da un primo evento di circa Ml 4,5.

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